Oggi parliamo di ansia da smartphone. E’ ufficialmente il dispositivo di riferimento. Permette di connettersi con il mondo, ricevendo notizie in tempo reale, sia sul web sia sui social. Oggi, sempre di più, continua ad inglobare dentro sé servizi e funzionalità di altri supporti digitali e si interconnette a nuovi dispositivi indossabili.
Inutile però negarlo: l’uso smodato del cellulare durante i primi minuti che seguono la sveglia è sempre più ricorrente. Un gesto entrato di diritto nella nostra routine quotidiana. Più di un terzo degli utenti in tutto il mondo afferma infatti di controllare il telefono entro i primi cinque minuti dal risveglio al mattino. Ma questa abitudine può generare ansia da smartphone.
Smartphone: sempre più a portata di mano
Se da una parte è aumentato l’utilizzo, conseguentemente sono aumentate anche le preoccupazioni che riguardano il suo uso eccessivo e la dipendenza nei suoi confronti. Già perché lo stress e l’ansia generati dalle nuove tecnologie hanno già un nome e, secondo recenti studi, il 62% delle aziende ritiene che stiano avendo un impatto significativo sui dipendenti.
Ma c’è dell’altro. Sì, perché il grado di pericolosità dello strumento smartphone aumenta di mattina presto con effetti negativi sul nostro cervello.
Un boomerang per la salute
A spiegare cosa accade è un noto neurologo che lancia l’allarme e invita a rivedere certe abitudini. Il monito arriva dal professore Piero Barbanti, neurologo e Responsabile del Centro Diagnosi e Terapia delle Cefalee e del Dolore dell’IRCCS San Raffaele di Roma.
Attraverso numerosi video diventati virali, il neurologo mette in guardia dall’uso ossessivo e compulsivo dello smartphone soprattutto nel delicato momento del risveglio.
Cosa accade al nostro cervello?
L’utilizzo immediato del telefono appena svegli ha conseguenze sul nostro organismo – sottolinea Barbanti. Equivale a seppellire il cervello di informazioni facendolo correre di prima mattina, dietro ispirazioni banali o drammatiche, che fanno passare troppo rapidamente il cervello da una fase creativa notturna a una fase servile diurna generando ansia e tecnostress.
Occorre gradualità
Il nostro organismo necessita di gradualità al mattino, non tanto nell’esposizione alla luce, anzi è in grado di aiutare a regolare il ritmo sonno-veglia, ma piuttosto per i suoi meccanismi cerebrali. La stimolazione cognitiva ed emotiva data dallo smartphone rappresenta un interruttore che spegne e riaccende il cervello in modo più rapido del previsto, alterandone i bioritmi e aumentando la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress.
Il rischio è quello di avvertire durante la giornata tensione emotiva, irritabilità, apprensività e mal di testa, per non parlare delle potenziali conseguenze a medio e lungo termine come complicazioni cardiocircolatorie e metaboliche.
Un’abitudine errata
Uno studio pubblicato sulla rivista Anxiety, Stress and Coping conferma ulteriormente che l’esposizione alle informazioni lette sul display aumenta drasticamente l’ansia nelle persone predisposte. Risulta inoltre che si tende a focalizzare l’attenzione verso le notizie negative che trasmettono solo malessere e tensione.
Guardare il telefonino appena svegli non è il modo di cominciare la mattina con il piede giusto. E il consiglio è semplice: “tornare alle sveglie tradizionali e tenere lontani i telefonini dal comodino accanto al letto”.
Anche di notte è dannoso
Dati alla mano dimostrano inoltre che l’utilizzo dello smartphone può compromettere la qualità del sonno, anche e soprattutto, la sera. Anche in questo caso il consiglio del neurologo è lo stesso: “lasciare lo smartphone fuori dalla stanza da letto e non utilizzarlo a partire da un’ora prima dell’addormentamento”.