L’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori è caratterizzata da segni e sintomi variabili per tipo, severità e impatto sulla qualità di vita del paziente. Sono sotto-diagnosticate, ma molto diffuse, e colpiscono di più le donne a causa degli ormoni, delle gravidanze e, banalmente, dei tacchi alti.
Insufficienza venosa cronica
Negli stadi avanzati s’instaura l’insufficienza venosa cronica, disturbo caratterizzato da ipertensione venosa. E’ accompagnata da una serie di segni e sintomi tra cui varici, edema, dolore, alterazioni del trofismo cutaneo, ulcerazioni.
Tutto nasce da anomalie delle valvole o da alterazioni della parete delle vene. Queste permettono il reflusso del sangue verso il basso con aumento della pressione nel sistema venoso delle gambe.
Se la condizione si protrae, le valvole perdono gradualmente la loro funzionalità. L’ipertensione si aggrava (gonfiore, dilatazione dei vasi e varicosità) e si innesca l’infiammazione che peggiora la patologia. L’infiammazione, in ogni caso, è il cuore del problema.
Terapia farmacologica e obiettivi
La terapia farmacologica nel trattamento della malattia venosa cronica deve mirare contemporaneamente a due obiettivi:
1) combattere le alterazioni del microcircolo e del circolo venoso. Ci cerca di ripristinare l’omeostasi micro-circolatoria, aumentando il tono venoso e il drenaggio linfatico. Inoltre si riduce la filtrazione, eliminando i manicotti di fibrina peri-capillari.
2) contrastare l’infiammazione e la degenerazione strutturale dei vasi, bloccando i mediatori d’infiammazione, antagonizzando l’effetto dei radicali liberi e dello stress ossidativo.
I farmaci, insieme all’elasto-compressione (utilizzo di calze a compressione graduata) e alla correzione di comportamenti e stili di vita sbagliati, possono alleviare la sintomatologia.
Nei casi più gravi, però, può essere necessario intervenire in modo invasivo con il trattamento sclerosante o lo stripping chirurgico delle vene patologiche.
Molecole utilizzate nel trattamento della malattia venosa cronica
I bioflavonoidi sono molecole naturali molto utilizzate in quest’ambito: la rutina e i suoi derivati (oxerutina e troxerutina) sostengono il tono venoso bloccando l’inattivazione della noradrenalina mentre a livello del microcircolo aumentano la resistenza capillare e diminuiscono la frazione di filtrazione; queste azioni sono condivise in parte dalle saponine del rusco che sono peraltro anche agonisti diretti dei recettori adrenergici vasali α1.
Escina e proantocianidine (ad esempio le OPC da semi d’uva) agiscono soprattutto sul microcircolo.
L’unico bioflavonoide ad azione davvero multi-target nella malattia venosa cronica è la diosmina: da sola o in associazione a esperidina sostiene il tono venoso prolungando l’azione della noradrenalina, migliora il microcircolo, stimola il drenaggio degli edemi e aumenta il numero di vasi linfatici, ha azione antinfiammatoria e anti-adesiva. Per l’efficacia e l’ottima tollerabilità la diosmina micronizzata è probabilmente il composto leader tra i bioflavonoidi vasoattivi.
I triterpeni del fito-complesso di Centella asiatica sono antinfiammatori, stabilizzano le fibre di collagene ed elastina, stimolano la biosintesi di glicosaminoglicani con azione angiogenetica. Inoltre favoriscono la guarigione delle ferite e delle ulcere, supportando la funzionalità del microcircolo. Regolarizzano anche la struttura del tessuto connettivo della guaina perivascolare, riducendo la sclerosi e l’indurimento e migliorando il flusso di sangue negli arti.
La cumarina del meliloto ha un’azione specifica a livello linfatico favorendo la degradazione da parte dei macrofagi degli accumuli di molecole proteiche nel comparto extracellulare perivascolare. La loro scissione produce molecole di dimensioni inferiori che possono essere drenate con conseguente riduzione dell’edema.
In farmacia, è possibile allestire alcuni preparati per il trattamento della insufficienza venosa cronica: diosmina in capsule, capsule flebotropiche-antiedemigene, capsule venotoniche fitoterapiche e pentosifillina in crema.
Non trascurabile è il contributo della vitamina C per gli effetti favorevoli sulla biosintesi del collagene vasale e che contribuisce ad attenuare gli effetti endoteliali dell’eccesso di radicali liberi.