Il male ai piedi può essere molto doloroso e la sintomatologia a volte è così intensa da impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane. La maggior parte delle persone colpite da questo problema cerca sollievo dal dolore rivolgendosi ad un podologo o a un farmacista.
Calli e duroni sono i segnali più comuni del malessere dei piedi. Si tratta di una normale risposta del corpo atta a determinare una protezione dei tessuti.
Occorre anzitutto fare chiarezza sulla terminologia.
In farmacia, è meglio semplificare: le definizioni riportate di seguito riflettono l’utilizzo più comune dei termini.
Callosità
La callosità si manifesta quando il processo di cheratinizzazione fisiologica si iperattiva a causa di forze compressive che agiscono sulla zona in esame.
Diventa patologica solo quando la sua estensione è ampia al punto da causare l’insorgenza di una sintomatologia.
I calli sono rilevatezze giallastre circoscritte, caratterizzate da un cuore centrale conico di cheratina che può causare dolore e infiammazione.
I calli possono essere localizzati sulle mani e sui piedi; sono proprio questi ultimi a creare i maggiori problemi. Le possibili cause sono da ricercare in calzature non idonee o in pressioni eccessive, a volte causate da posture scorrette.
I calli possono essere distinti in due sottotipi differenti: i calli duri e i calli molli.
I calli duri fanno la loro comparsa soprattutto sulle dita, mentre i calli più morbidi compaiono solo tra un dito e l’altro. Questi ultimi sono costituiti da un callo che ha assorbito una considerevole quota di umidità proveniente dal sudore, la quale induce una macerazione caratteristica e, a volte, una infezione secondaria fungina o batterica.
Duroni
I duroni rappresentano una diffusa area di ipercheratosi di uguale spessore, localizzata solitamente nello spazio metatarsale. Un durone appare meno circoscritto di un callo, presenta una estensione maggiore, è privo di un nucleo centrale e può essere doloroso oppure non esserlo.
Esistono due sottotipi di duroni: i duroni diffusi e i duroni nucleati.
Questi ultimi sono spesso confusi con le verruche plantari, dal momento che entrambi sono lesioni dolorose caratterizzate dalla presenza di un tappo cheratinico centrale.
La palpazione della lesione può aiutare il podologo a distinguere la presenza di una verruca da quella di un durone nucleato.
Uno stress meccanico anomalo della pelle potrebbe indurre il fenomeno dell’ipercheratosi della pelle superficiale. Tale stress è indotto da un elevato numero di fattori interni (deformità delle ossa, dita a martello…) o esterni (scarpe strette, irregolarità del plantare…).
All’aumentare dello stress meccanico indotto sulla pelle, il corpo risponde cercando di proteggere la porzione irritata attraverso la formazione di una lesione ipercheratosica, quale un callo o un durone. Una volta formata, la lesione tenderà ad aumentare la pressione all’interno di una scarpa stretta creando un circolo vizioso che porterà inevitabilmente ad un ulteriore sviluppo della callosità.
Diagnosi
La formulazione della diagnosi dovrebbe avvenire dapprima attraverso una serie di domande riguardanti lo “stato di salute” del piede: quale genere di scarpe vengono solitamente indossate, l’eventuale altezza del tacco, la presenza di deformità ossee conosciute.
Successivamente, il medico dovrebbe osservare l’andatura del paziente e l’allineamento dei piedi per evidenziare la presenza di eventuali difetti nell’apparato scheletrico. Il passo successivo è quello di osservare la localizzazione e le caratteristiche delle lesioni cheratosiche, che dovranno essere palpate per stabilire quale prominenza ossea sia coinvolta.
Le lesioni ipercheratosiche sono secondarie ad un aumento dello stress meccanico e non sono classificabili come malattie della pelle. I principali trattamenti dovrebbero determinare l’eziologia meccanica, fornire sollievo sintomatico, formulare un piano di trattamento che preveda l’imbottitura delle calzature e considerare l’atto chirurgico solo in caso di fallimento delle misure. E’ consigliabile l’intervento di un podologo o di un chiropratico.
La ricomparsa della callosità può essere prevenuta frizionando la lesione con la pietra pomice, una volta alla settimana, dopo aver mantenuto il piede in acqua calda per circa venti minuti.
Trattamenti
Una crema emolliente può essere utilizzata per mantenere la pelle morbida ed elastica. Fra gli elementi nutritivi utili contro i calli si ricordano la vitamina A, la vitamina E e gli acidi grassi essenziali.
I rimedi naturali sono rappresentati dall’applicazione di un gel di aloe vera, dallo sfregamento con succo di limone fresco o con olio di ricino, e dall’utilizzo di un unguento di petali di calendula da applicare 2 o 3 volte al giorno.
Anche i cerotti al silicone donano sollievo grazie all’imbottitura presente e al rilascio graduale di oli minerali utili per ammorbidire la lesione cheratosica.
L’attenta applicazione di soluzioni diluite di agenti cheratolitici, come l’acido salicilico al 10-15%, può donare beneficio al paziente; al contrario, l’applicazione eccessiva di soluzioni concentrate (ad esempio l’acido salicilico al 40%) può causare bruciature chimiche.
Calzature adeguate
L’utilizzo di scarpe strette rappresenta la causa principale dell’insorgenza di molte callosità. I calli sono ormai considerati i sintomi della cosiddetta “malattia della scarpa” e non si ha evidenza della loro formazione nelle popolazioni che non fanno uso delle calzature.
La prevenzione è la cura migliore, che si espleta soprattutto con l’utilizzo di calzature consone. Per questo motivo, appare indicato l’utilizzo di scarpe con il tacco basso e largo. Anche le cuciture irregolari delle suole possono causare irritazioni al piede e determinare l’insorgenza di calli a livello del quinto dito. Al contrario, l’utilizzo di calzature troppo larghe (scarpe da tennis con i lacci aperti) e dei sandali può causare l’insorgenza di una pressione non uniforme alla base del piede, portando alla formazione di callosità diffuse.