L’adesione alla terapia è definita come il coinvolgimento attivo e collaborativo del paziente a cui si chiede di partecipare alla pianificazione e all’attuazione del trattamento farmacologico, elaborando un accordo con il proprio medico curante.
L’aderenza terapeutica ad ogni trattamento presuppone, quindi, un’estesa e corretta comunicazione tra medico e paziente ed un’elevata spinta motivazionale alla terapia da parte di quest’ultimo.
Le conseguenze di una scarsa adesione alla terapia
Un’inadeguata adesione alla terapia comporta una perdita di efficacia e di conseguenza ha un impatto sugli esiti clinici.
Può favorire l’insorgenza di complicanze, di recidive o prolungare la durata della malattia.
Da un punto di vista della salute pubblica, una scarsa aderenza terapeutica causa uno spreco di risorse: dai farmaci inutilizzati, alle ospedalizzazioni che potevano essere evitate. Può inoltre favorire la diffusione di malattie e lo sviluppo di antibiotico-resistenza.
Le motivazioni della scarsa aderenza
La scarsa adesione alla terapia può essere:
- non intenzionale (ad esempio il paziente non comprende correttamente la terapia o parti di essa);
- intenzionale (il paziente sceglie consapevolmente di non seguire la terapia medica per leragioni più disparate, siano esse razionali o irrazionali).
Fattori che giocano un ruolo fondamentale sono:
- la complessità del regime terapeutico,
- la qualità delle informazioni e della comunicazione tra medico e paziente,
- la capacità della persona di ricordarsi di assumere i farmaci in modo appropriato,
- le preoccupazioni riguardo agli effetti collaterali,
- le preferenze e convinzioni sul trattamento.
Aderenza terapeutica negli anziani
Una ridotta aderenza terapeutica è un problema rilevante negli anziani e può influenzare significativamente la prognosi. Con l’avanzamento dell’età alla diminuzione dell’aderenza contribuiscono maggiormente i deficit cognitivi, la depressione, l’isolamento sociale, i possibili effetti collaterali, la complessità e la difficoltà di assunzione e le politerapie.
ll soggetto in età avanzata, convenzionalmente riconosciuto come una persona di età superiore ai 65 anni, si trova ad affrontare condizioni multi-patologiche, spesso croniche, che comportano molteplici interventi terapeutici: tra di essi il poli-trattamento farmacologico, definito come l’assunzione di 4 o più farmaci al giorno. Con l’avanzare dell’età e della prevalenza di soggetti anziani nella popolazione, tale fenomeno sta aumentando.
L’abilità nell’assumere correttamente la terapia prescritta comporta un’accurata aderenza alle prescrizioni mediche, intesa come conoscenza degli orari, dei farmaci stessi, della loro corretta modalità di assunzione, laddove tali aspetti possono risultare piuttosto complessi per una persona anziana. Il fenomeno della non aderenza, ovvero ogni deviazione dalla prescrizione concordata, può tradursi in sotto-dosaggi, sovra-dosaggi, uso scorretto del medicamento.
L’età avanzata, il deterioramento cognitivo, la compromissione della vista, l’estrema complessità della terapia possono facilmente condurre ad una non aderenza non intenzionale, ben diversa dalla volontarietà del soggetto di non assumere farmaci.
Come migliorare l’adesione alla terapia
Molte sono le strategie messe in atto per favorire l’assunzione corretta della terapia prescritta, tra cui interventi educativi e comportamentali, da soli o in associazione. Si può pensare per esempio di utilizzare allarmi, sveglie, elenchi scritti, annotazioni sul calendario, reminder telefonici, semplificazioni dello stesso regime terapeutico (interventi comportamentali), o con tentativi educazionali di gruppo o individuali, garantiti da personale esperto, quali medici di medicina generale, infermieri, farmacisti.