Nell’articolo di oggi esploriamo i benefici degli Omega 3 e vediamo se è davvero utile assumerli come integratori.
Cosa sono
Gli Omega 3 sono degli acidi grassi polinsaturi presenti in vari alimenti, soprattutto nel pesce, nell’olio di pesce, nei crostacei, nelle noci, nelle mandorle, in vari tipi di semi (girasole, lino, canapa) e di oli vegetali, nella lecitina di soia.
Sono detti “essenziali”, perché per stare in salute dobbiamo introdurli con il cibo che mangiamo. Il loro precursore (l’acido alfa-linolenico, ALA) non può essere sintetizzato dall’organismo, e per questo deve essere assunto per via alimentare.
Da esso l’organismo ricava l’acido eicosapentaneoico, noto come EPA, e l’acido docosaesaenoico, noto come DHA.
Alcuni importanti studi, nel tempo, hanno consolidato l’opinione che costituiscano un utile presidio contro le malattie cardiovascolari.
In particolare si ritiene siano in grado di ridurre il rischio di infarti e ictus e morte precoce, abbassando i livelli di colesterolo e di trigliceridi.
Da alcuni anni, indagini più rigorose dal punto di vista del metodo hanno invece raffreddato le speranze: scarse o poco convincenti le prove dei benefici degli Omega 3.
Cosa dicono i recenti studi scientifici
E’ appena stata pubblicata quella che probabilmente è la più ampia e aggiornata revisione degli studi in materia.
I ricercatori hanno preso in esame 79 studi che hanno coinvolto 112.000 persone, tutti con l’obiettivo di valutare gli effetti sul cuore e sul sistema circolatorio di un maggior consumo di Omega 3 rispetto a un consumo inferiore o nullo. La maggior parte di tali studi ha riguardato l’uso di supplementi o integratori a base di Omega 3. Alcuni invece consideravano l’apporto di acidi grassi con la dieta.
I ricercatori sono andati a vedere cosa succede aumentando la quantità di Omega 3. Come cambiano il rischio di malattie cardiovascolari, i livelli di colesterolo e di trigliceridi. Sono stati registrati i dati sui principali tipi di Omega 3:
- EPA (acido ecosapentaenoico);
- DHA (acido docosaesaenoico) presenti in pesci come aringa, sardina, tonno, sgombro, e
- ALA (acido alfa-linoleico) presente nelle fonti vegetali (semi oleosi, frutta a guscio, soia, oli derivati).
I risultati
Aumentare le quantità di EPA e DHA non ha effetti degni di nota sul rischio di morte per tutte le cause, né sul rischio di eventi cardiovascolari, probabilmente neppure sul rischio di malattie coronariche. Si riduce leggermente la quantità di trigliceridi nel sangue e aumenta il livello di colesterolo HDL. Aumentare le quantità di ALA non sembra portare benefici particolari, se non un leggero calo del rischio di eventi cardiovascolari, mortalità coronarica e di alterazioni nella funzionalità cardiaca.
A cosa servono davvero gli Omega 3?
L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha respinto molti dei claim proposti a riguardo, ma ha approvato quelli secondo cui:
- l’acido alfa-linolenico (ALA) contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue;
- gli Omega 3 EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) contribuiscono al normale funzionamento del cuore;
- l’Omega 3 DHA assunto dalla madre contribuisce al normale sviluppo dell’occhio del feto e dei bambini allattati al seno.
Alla luce di questi risultati si può quindi desumere che sia assolutamente necessario introdurre una fonte costante di Omega 3 nella dieta per mantenere in buono stato di salute il sistema cardiovascolare e mantenere un buon livello di colesterolo nel sangue.
In caso di rischio cardiovascolare, invece, è bene consultare il proprio medico e/o uno specialista che stabilisca la necessità o meno di integrare la dieta con farmaci o altri prodotti specifici.
Avvertenze
Infatti assumere integratori di Omega 3 può portare a possibili effetti indesiderati, causati soprattutto dall’assunzione di un dosaggio eccessivo o per ipersensibilità individuale.
I disturbi che possono insorgere sono:
- alitosi
- sudore maleodorante
- mal di testa
- sintomi gastrointestinali come bruciore di stomaco, nausea, diarrea
- problemi nella coagulazione sanguigna.
Gli Omega 3 possono aumentare il rischio di emorragie: per questo motivo si consiglia di evitarli durante le terapie farmacologiche che riducono la coagulazione del sangue (farmaci anticoagulanti).