La Vitamina D è una vitamina di fondamentale importanza per la prevenzione di numerose patologie ed è essenziale per un buon funzionamento dell’organismo umano.
Vitamina D
Per vitamina D si intende un gruppo di ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo). Entrambe le forme hanno attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale.
La fonte principale di vitamina D per l’organismo umano è l’esposizione alla radiazione solare. La vitamina D ottenuta dall’esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire alcune reazioni chimiche per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo.
Oltre a essere assorbita dagli alimenti, la vitamina D viene prodotta a livello della cute. Mediante questo meccanismo viene prodotta esclusivamente vitamina
D3 (colecalciferolo) e non D2 (ergocalciferolo), di produzione esclusivamente vegetale ed assumibile dall’uomo, invece, solo per via alimentare.
La quantità di D3 e D2 prodotti dipende dalle radiazioni ultraviolette, dalla superficie cutanea esposta, dal suo spessore e pigmentazione, e dalla durata della permanenza alla luce. Nei mesi estivi la sovrapproduzione di vitamina D ne consente l’accumulo, così che la si può avere a disposizione anche durante il periodo invernale.
Alimenti e Vitamina D
Pochi alimenti contengono quantità apprezzabili di vitamina D.
Un alimento particolarmente ricco è l’olio di fegato di merluzzo. Seguono, poi, i pesci grassi come i salmoni e le aringhe, le uova, il fegato, le carni rosse e le verdure verdi. La Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro (SIOMMMS) sostiene che in Italia l’80% della popolazione ne è carente. L’insufficienza di vitamina D interesserebbe circa la metà dei giovani italiani nei mesi invernali. La condizione di carenza aumenterebbe con l’avanzare dell’età, sino a interessare la quasi totalità della popolazione anziana italiana che non assume supplementi di vitamina D.
Funzioni della Vitamina D
La vitamina D esercita importanti azioni nell’organismo umano. Grazie alla potente azione immunomodulante, la vitamina D può ridurre il rischio di malattie croniche e maligne. I recettori della vitamina D sono presenti in tutti gli organi e i tessuti.
La funzione principale e più nota della vitamina D è quella di favorire il processo di mineralizzazione dell’osso, aumentando l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio, e diminuendo l’escrezione di calcio nell’urina.
Oltre alle azioni sul tessuto osseo, la vitamina D ne svolge numerose altre raggruppate comunemente sotto il termine di azioni extra-scheletriche. Tra queste è di particolare importanza il contributo della vitamina D al buon funzionamento del sistema di difesa dell’organismo. In particolare, la vitamina D è importante per l’attivazione della prima linea di difesa contro alcuni microrganismi patogeni poiché aumenta la capacità delle cellule del sistema immunitario, preposte a questa funzione, di eliminare microrganismi.
Inoltre la vitamina D ha la capacità di modulare la risposta infiammatoria controllando il grado di attivazione di molte cellule del sistema immunitario e la produzione di fattori che intervengono nell’infiammazione.
Fabbisogno giornaliero
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA, dal nome inglese European Food Security Agency) ha recentemente aggiornato i valori dietetici di riferimento (DVR) per la vitamina D ed indicato come fabbisogno giornaliero di vitamina D:
- 10 microgrammi al giorno (400 unità internazionali o UI), per bambini fino a tra 7 e 12 mesi di età.
- 15 microgrammi al giorno (600 unità internazionali o UI), per gli adulti
Data la peculiarità della vitamina D che può essere efficacemente sintetizzata dall’organismo in seguito all’esposizione al sole, si precisa però che questi valori sono stati calcolati assumendo una produzione attraverso la pelle minima o assente. La necessità di introdurre vitamina D con la dieta può essere minore o addirittura nulla in presenza di produzione cutanea della vitamina D (ossia di adeguata esposizione al sole).
Vitamina D e prevenzione
Recenti ricerche hanno addirittura evidenziato alcuni effetti di prevenzione verso alcune forme tumorali:
- Una ricerca coordinata da Ilkka Harvima, dell’University of Eastern Finland, e pubblicata su Melanoma Research ha messo in luce la possibilità che persone che assumono con regolarità integratori a base di vitamina D hanno un rischio dimezzato di sviluppare melanoma rispetto a chi non assume questa sostanza. La vitamina D ha un ruolo nel normale funzionamento dell’organismo, oltre ad essere chiave in molte patologie.
- Un deficit di vitamina D è correlato con aumento del rischio di sviluppare il fibroma uterino. Secondo gli ultimi dati della letteratura, i livelli medi di 25-idrossivitamina D (25(OH)D) sono significativamente più bassi nelle donne con fibroma uterino rispetto ai controlli. La stessa cosa è confermata nelle donne afroamericane, che sono più facilmente deficitarie di vitamina D e più vulnerabili a sviluppare fibromatosi, anche in età più giovane.
In un recente studio è stato dimostrato che la vitamina D è in grado di controllare la proliferazione delle cellule di leiomioma umane attraverso l’arresto del ciclo cellulare, ma senza indurre apoptosi. In altri studi invece è stato visto come la vitamina D riduca l’infiammazione e la fibrosi mediata dal recettore VDR. In tal senso, le citochine giocano ruolo chiave nella regolazione del rimodellamento dei tessuti, indicando che potrebbero essere responsabili dei sintomi associati al fibroma uterino quali il dolore e l’infertilità.