Il profumo che guarisce…hai mai provato gli oli essenziali per curare i problemi respiratori?
Disturbi come tosse, raffreddore o sinusiti sono all’ordine del giorno sia durante i mesi invernali sia nelle stagioni più miti. Lo sbalzo di temperatura e improvvise raffiche di vento possono mettere a dura prova il nostro sistema respiratorio.
In un’ottica di lotta alla resistenza antibiotica e per ridurre il ricorso al cortisone, un valido alleato sono preparazioni vegetali che più di tutte hanno attività ed efficacia dimostrate per il trattamento, terapeutico o di supporto, di disturbi delle vie aeree: gli oli essenziali (OE).
Caratteristiche generali
Gli OE rappresentano i principi odoriferi di moltissime piante e sono costituite da miscele complesse (più di 100 componenti) di sostanze organiche volatili e appartenenti alle classi di terpeni, fenoli, esteri e aldeidi. Sono prodotti dalle piante per funzioni di sopravvivenza e di difesa da parassiti, funghi, virus, attrazione degli insetti impollinatori e, non ultimo, come messaggeri per facilitare la comunicazione e l’interazione con altre piante.
L’impiego degli OE nella risoluzione di disturbi respiratori è storicamente legato alla tecnica dei suffumigi, in cui si disperde qualche goccia di OE in acqua calda per far evaporare la parte profumata che viene poi inspirata.
I lunghi tempi di esecuzione e la difficoltà nella definizione della dose terapeutica inalata, sia in termini di sicurezza che di efficacia, rendono questa tecnica un po’ troppo “casalinga”.
Sono però disponibili sul mercato formulazioni brevettate che stabilizzano la dispersione degli oli nella soluzione acquosa e ci permettono di utilizzarli sia tramite diffusione ambientale che attraverso dispositivi aerosol, garantendo una corretta posologia, una maggiore sicurezza e una riduzione dei tempi di somministrazione.
L’interesse per gli oli essenziali è confermato dall’esplosione di studi e ricerche (oltre 1000 pubblicazioni negli ultimi dieci anni) per valutarne attività biologiche, meccanismi d’azione e sicurezza.
Tossici e irritanti se utilizzati per via orale e senza supervisione medica, la via di somministrazione preferenziale è quella inalatoria, da cui possono agire sia direttamente sulle mucose del sistema respiratorio, sia, tramite stimolazione olfattiva, a livello del SNC.
Nei disturbi delle vie aeree gli OE più utilizzati sono estratti da Eucalipto, Timo e Pino mugo, dotati di attività antinfiammatoria, antitussiva ed espettorante.
Eucalipto
L’eucaliptolo, componente maggioritario dell’olio essenziale ricavato dalle foglie di eucalipto, agisce sia come antimicrobico, tramite perforazione della membrana batterica, che come agente antiflogistico, con riduzione della produzione di mediatori infiammatori (TNF-α, IL-6 e IL-8) e citochine.
I risultati di una recente review sull’utilizzo dell’eucaliptolo sembrano deporre a favore di un trattamento a lungo termine nella prevenzione delle riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica (BPCO) e nel controllo dell’asma, con evidenti miglioramenti dei sintomi, della funzionalità respiratoria e della qualità di vita del paziente.
Timo
Quando si parla di Timo, ci si riferisce generalmente al Thymus vulgaris, anche se sono state descritte oltre 400 specie. Le sue proprietà antisettiche risiedono nelle foglie e nelle estremità fiorite, utilizzate sia come droga per varie formulazioni, sia per l’estrazione dell’olio essenziale. L’attività espettorante del timo deriva dall’alto contenuto in saponine, le quali se ingerite producono una leggera irritazione nello stomaco dalla quale deriva, per riflesso, un’irritazione del vicino tratto respiratorio, producendo così lo stimolo ad espettorare.
L’olio essenziale invece, produce il suo effetto direttamente sull’epitelio polmonare con azione di stimolazione dei movimenti ciliari e attività antimicrobica grazie all’azione di carvacrolo e timolo. Altri componenti del timo preposti all’attività espettorante sono i flavonoidi ad effetto spasmolitico diretto tramite inibizione di recettori per agenti muscolotropici presenti sull’epitelio bronchiale.
Pino mugo
Per Eucalipto e Timo abbiamo disponibili monografie EMA che ne autorizzano l’uso come farmaci vegetali tradizionali, mentre manca ancora una revisione sistematica del Pinus mugo, conifera della famiglia delle Pinaceae molto diffusa anche in Italia. Il suo olio essenziale, ricco in α e β-pinene, si trova con successo in molte preparazioni fitoterapiche per il trattamento di catarro, raffreddore e bronchite. La sua attività sembra essere legata a un’azione antinfiammatoria tramite inibizione di macrofagi attivati da LPS, che ne giustifica l’utilizzo anche come antisettico nelle affezioni della gola e del cavo orale.
Menta piperita
È infine interessante analizzare anche l’utilizzo dell’olio essenziale di Menta piperita: sebbene venga usato principalmente nelle affezioni dell’intestino irritabile grazie alle sue proprietà spasmolitiche sulla muscolatura liscia del tratto digestivo, lo ritroviamo anche nelle formulazioni per i disturbi respiratori. Questo utilizzo sembrerebbe legato, oltre che all’attività spasmolitica, ad azione neurodepressiva osservata sul SNC in studi in vivo, e ad attività antinfiammatoria e immunomodulante dei componenti dell’olio essenziale.
Queste essenze sono spesso protagoniste di varie formulazioni per aerosol, grazie a innovativi processi di estrazione e purificazione che ne eliminano le componenti più irritanti, in favore di un’elevata efficacia e sicurezza in tutta la popolazione, sia adulta che pediatrica. Grazie a questi potenti alleati naturali per la cura delle patologie delle alte e basse vie respiratorie possiamo consigliare terapie mirate a base di oli essenziali anche tramite diffusione ambientale, per purificare e umidificare gli ambienti in maniera sinergica con prodotti per aerosol.