In queste prime settimane di gennaio, se siete passati fisicamente in una farmacia vi è stato con tutta probabilità detto che il farmaco che stavate cercando è introvabile. Oggi scopriamo la storia dei farmaci mancanti in Italia.
C’è stata indubbiamente la corsa in farmacia per comprarsi le cure per il Covid e l’influenza. Ma pesano anche le materie prime sempre più difficili da trovare e gli effetti della guerra sui trasporti e il caro energia.
Ecco il micidiale mix di cause alla base del crescente allarme sulla carenza dei farmaci su cui il ministro della Salute Orazio Schillaci ha deciso di fare luce aprendo un tavolo urgente. Con il rischio però che ora la carenza dei farmaci possa aggravarsi per il pericoloso fenomeno dell’accaparramento: la gente preoccupata di non trovare i medicinali potrebbe correre in farmacia a farne incetta autoalimentando così la carenza.
I dati dell’Agenzia del Farmaco AIFA
L’Agenzia del farmaco segnala che sono circa 3.200 i farmaci mancanti in Italia, ma quasi la metà manca perché non è più in commercio e altri 400 saranno ritirati nei prossimi mesi.
A mancare sono antinfiammatori, antipiretici, alcuni tipi di antibiotici, cortisonici per l’aerosol, prodotti per la tosse, ma anche farmaci antipertensivi e antiepilettici.
Ma la situazione è più complessa. E, almeno sotto alcuni aspetti, meno allarmante.
Lo ha dichiarato anche in questa intervista il presidente di Federfarma Asti che invita i cittadini a non fare scorte, che in questo momento potrebbero aggravare il fenomeno, come abbiamo visto.
Farmaci mancanti
Dal computo totale esatto di 3.192 farmaci mancanti, occorre innanzitutto sottrarre 413 medicinali, il cui periodo di carenza, sempre secondo Aifa, avrà inizio a partire dal 2023. Giusto per capire: Benactiv gola, un prodotto a base di flurbiprofene, cesserà la commercializzazione nell’agosto del 2023. Ed è per questo già inserito nel database dei farmaci carenti.
Sono poi diverse le ragioni per cui Aifa segnala la scarsità di un medicinale. E, nel 57,8% dei casi, il motivo è da ricondurre a una cessazione della commercializzazione del prodotto. Nel grafico sottostante il dettaglio.
Ovviamente, la carenza dei farmaci non è dovuta solo a motivazioni di natura commerciale.
Aifa individua 750 medicinali difficili da reperire a causa di problemi produttivi, 168 per l’elevata richiesta che ne fanno dottori e pazienti e 77 per una combinazione di queste due motivazioni.
Per buona parte dei farmaci che Aifa ha inserito nel dataset di quelli carenti, esiste una versione equivalente. Ovvero un medicinale basato sul medesimo principio attivo, messo in commercio dopo la scadenza del brevetto.
Inoltre, c’è sempre la possibilità da parte del farmacista di preparare, laddove possibile, il farmaco galenico nel proprio laboratorio.
Problemi produttivi
Il settore farmaceutico, così come il resto del mercato, sta subendo gli effetti del combinato disposto della crisi delle materie prime e delle ripercussioni geopolitiche dell’invasione russa dell’Ucraina. Non è un caso, quindi, se negli ultimi mesi sia cresciuto il numero di farmaci inseriti nel database di quelli carenti a causa di problemi di produzione.
Si tratta di 263 farmaci su un totale di 750 carenti per ragioni produttive alla data del 31 dicembre 2022.
Il che significa che il problema esiste e si sta intensificando, ma ha fortunatamente dimensioni ben lontane da quelle diffuse da alcuni organi di stampa.
Le difficoltà di approvvigionamento dei medicinali da parte delle farmacie non mette a rischio la disponibilità di farmaci salvavita o le forniture ospedaliere.
Interventi ministeriali
Un tavolo di lavoro permanente sull’approvvigionamento dei farmaci, per definire la reale entità del fenomeno e indicare proposte risolutive, è stato annunciato dal ministro della Salute Orazio Schillaci.
Dopo un primo incontro il tavolo che riunisce tutti gli attori della filiera del farmaco – dai produttori ai distributori fino all’Agenzia italiana del farmaco – si rivedrà mercoledì 18 gennaio. Gli obiettivi sono diversi: si va dall’individuazione dei farmaci che registrano una reale carenza agli interventi di risposta a breve e medio termine, alla definizione di attività di comunicazione e sensibilizzazione. Si punterà ad evitare allarmismi e conseguenti ingiustificate corse all’acquisto. Il tavolo, istituito con decreto ministeriale, sarà allargato anche ai Nas e ai medici di famiglia.